“Il mio percorso terapeutico è stato suggerito da amici poiché, sono sempre stata scettica ad aprirmi con gli estranei. Stavo tuttavia subendo una sofferenza insopportabile ed era necessario trovare una soluzione poiché la mia mente rischiava di impazzire.

All’inizio la tentazione di abbandonare lo studio di una figura professionale così nuova ed a me sconosciuta e poi l’accettazione di quegli incontri che piano piano hanno scorciato le distanze.
Sono subentrati lentamente fattori come confidenza, complicità e fiducia che hanno determinato in me un desiderio di apertura mentale e trasparenza nei confronti di chi, sedutomi di fronte, aveva la capacità di alleviare, se pur faticosamente, la pressione del mio stato d’animo negativo.

Questi presupposti mi sembrano essenziali per affidarsi a chi svolge con devozione il suo lavoro, pronto ad ascoltare all’infinito le paturnie che da soli non si riesce a debellare.

Nelle sedute non avvengono miracoli, i percorsi sono lunghi e disperati, ma con il giusto tempo, si acquista un’energia positiva ed è già tanto quando si riesce a sorridere di nuovo.”

M.M., donna.

 

 

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